Thursday, March 11, 2010

Ore 18,22 - “Il corpo di Emanuela Loi è stato ritrovato in un giardino”

Tra le bocche di clorofilla
ci furono grida concitate:
Accorrete! Venite a vedere
anche voi; Qui nel giardino
è nato un nuovo fiore!
Senza seme né trapianto.

Un fiore di carne
che un attimo prima
palpitava, respirava,
spargeva il profumo
delle sue risa.

Ora,
ha un cespuglio di capelli
per corolla,
e un ibiscus di sangue
sulla bocca.

Il sacrificio più grande

Quale può essere il sacrificio più grande, se non quello di pagare con la propria vita per proteggere un servitore dello stato predestinato alla morte...
Ed ancor più se la persona in questione è una donna, cui la morte spezza in un attimo non solo la sua vita ma tutti i suoi germogli futuri...
Una volta, quasi per caso, ho trovato una poesia in rete dedicata alla prima donna, agente di polizia, caduta in servizio...Emanuela Loi.
A lei ed a tutte le donne vittima della mafia dedico un estratto da questa poesia (di cui a lato posto il link) scritta da Anna Marinelli

Emanuela Loi- Medaglia d'oro al valor civile
«Preposta al servizio di scorta del giudice Paolo Borsellino, pur consapevole dei gravi rischi cui si esponeva a causa della recrudescenza degli attentati contro rappresentanti dell'ordine giudiziario e delle Forze di Polizia, assolveva il proprio compito con grande coraggio e assoluta dedizione al dovere. Barbaramente trucidata in un proditorio agguato di stampo mafioso, sacrificava la vita a difesa dello Stato e delle Istituzioni.»

Sunday, January 31, 2010

Il fiore più bello

Sei come un fiore,
sbocciato in ritardo,
ma più bello di tutti gli altri.
Sei come una farfalla,
pronta finalmente a librarsi nell’aria,
costretta in un bozzolo per tanti anni.
Sei come un cigno solitario,
ma magnifico e splendente,
illuminato da un raggio di luna.
Adesso che sei trasfigurata,
sei come una marziana,
calata all’improvviso sulla terra.
Nessuno sembra più capirti,
ma tu sì che sembri aver capito,
tutto ciò che ruota intorno a te…
e dentro di te…

Sunday, April 26, 2009

L'innominato oggi

Se dovessi dire chi è il personaggio della letteratura che più di tutti mi ha affascinato direi senza dubbio l'Innominato.
Infatti mi ha sempre colpito la forza della conversione soprattutto quando è così dirompente.
Un'altra conversione così spettacolare l'ho trovata ai nostri giorni in una donna, un'attrice famosa forse più per un suo film erotico che per i successivi tanti film sicuramente più impegnati:Claudia Koll.
L'ho vista di recente in televisione e sono stato colpito dalla incredibile differenza tra lei e tutti gli altri e soprattutto dal fatto che nonostante gli altri cercassero più volte di metterla in difficoltà lei non si scomponeva neanche di un millimetro sospinta da una forza invisibile ma chiarissima nella sua potenza.
Direi che il suo mondo ormai è quello della grazia di Dio ma nonostante adesso lei parli una lingua diversa da tutti gli altri soprattutto in un mondo come quello della televisione lei non si sottrae a queste partecipazioni e non ha paura del giudizio della gente.
Attualmente Claudia Koll, oltre a continuare la sua carriera artistica, è impegnata in attività di carità con vari progetti in Africa ed ha fondato un'associazione:Le opere del padre che si dedica proprio all'aiuto dei più bisognosi.
Perché secondo me Claudia Koll è una eroina? 
Secondo me per il semplice fatto che ha abbandonato una facile vita di successo nel pieno della sua fama per cominciare una vita difficile fatta di sberleffi, delusioni e diffidenza nel suo ambiente tant'è vero che si vede sempre più di rado al cinema ed in televisione e nonostante questo si espone comunque pubblicamente parlando una lingua che non è più quella televisiva, che sempre più spesso è la lingua della superficialità, e dimostrando a mio parere una marcia in più...

Saturday, May 03, 2008

Battaglia in mare

E’ notte fonda ormai,
tutto tace tranne il mio cuore,
tutto sa di infinito,
non è possibile rovinare questo paradiso,
luna chiudi questo sipario,
stelle spegnete la vostra luce,
sto per portare la morte in quest’oasi,
tutto durerà un attimo,
poi il mare inghiottirà tutto,
luna ti prego…chiudi gli occhi…
ti prego, non posso…
Dedicato a tutti gli eroi della marina militare,
che riposano a migliaia di metri sotto il livello del mare

Sunday, April 06, 2008

Luigi Durand De La Penne

"Uno straordinario esempio di coraggio e genialità" con queste parole Winston Churchill descrisse l'azione di un nemico. Quest'uomo e i suoi compagni d'arme, Bianchi, Martellotta, Marino, Marceglia e Schergat, compirono una delle azioni dall'effetto più devastante della seconda guerra mondiale senza fare praticamente vittime.
Nel novembre 1941 la Mediterranean Fleet britannica fu in una situazione critica avendo a disposizione solo le corazzate 
Valiant Queen Elizabeth con base ad Alessandria.
La Regia Marina studiò attentamente come trarne vantaggio: se fossero state distrutte queste due grosse unità da battaglia tutti i convogli per la Libia avrebbero potuto salpare in sicurezza e la guerra d'Africa avrebbe avuto un successo sicuro.
La missione di distruggere le due corazzate britanniche fu affidata alla X Flottiglia Mas, specializzata negli assalti.
Il 18 dicembre il mitico sommergibile 
Scirè, comandato da Junio Valerio Borghese, si avvicinò silenziosamente ad Alessandria dopo aver superato mille difficoltà ed ostacoli.
A questo punto vennero rilasciati 3 "
Maiali"o SlC (Siluro a Lenta Corsa) guidati da Durand de La Penne e dai suoi uomini. Il bersaglio di Durand e Bianchi era la Valiant, quello di Marceglia e Schergat era la Queen Elizabeth e quello di Martellotta e Marino era una petroliera da 16.000 tonnellate. Una volta completata la missione, il commando si sarebbe ritrovato con lo Scirè in un determinato punto della costa egiziana per tornare a casa sano e salvo.
Ma i britannici, che stupidi non sono mai stati, avevano difeso il loro porto estremamente bene: vi erano reti metalliche protettive con cariche esplosive ovunque e sentinelle dappertutto.
Così il penetrare con i Maiali nel porto fu più arduo del previsto per gli italiani.
Finalmente Durand de La Penne e Bianchi superarono le barriere e raggiunsero la 
Valiant, ma a quel momento il loro Maiale si fermò affondando proprio sotto la corazzata e Bianchi scomparve. Durand de La Penne, con uno sforzo fisico sovraumano riuscì a recuperare il Maiale e ad agganciarlo finalmente sotto la chiglia della corazzata.
Sfinito, Durand de La Penne emerse dal fondo e trovò Bianchi (svenuto per un'avaria del suo respiratore ad ossigeno) tentò quindi, trasportando il suo compagno, di raggiungere il molo ma fu avvistato e catturato dalle sentinelle britanniche.
I due valorosi vennero subito interrogati dagli ufficiali della 
Valiant ma naturalmente risposero solo con il loro grado e numero di matricola. L'Ammiraglio Cunningham, comandante in capo della Mediterranean Fleet venne svegliato nel cuore della notte e subito informato dei fatti: egli immediatamente realizzò quale pericolo stavano per correre le sue navi. 
Cunningham ordinò quindi che i due italiani venissero subito rinchiusi nella 
Valiant ben al di sotto della linea di gallaggiamento, nella speranza di spaventarli e farli confessare dove fosse la carica esplosiva. Una volta rinchiusi, Durand de La Penne disse a Bianchi (naturalmente in italiano) che se per loro non c'era più speranza potevano morire felici perchè la loro missione aveva avuto successo (la carica sarebbe esplosa dopo tre ore).
Qualche tempo dopo si sentì una esplosione enorme: era il 
Maiale di Marceglia e Schergat che distrusse la petroliera Sagona e danneggiò il caccia Jervis
Dopo 3 lunghe e snervanti ore Durand de La Penne guardò il suo orologio: 10 minuti all'esplosione! Egli chiese allora di parlare con il comandante della 
Valiant Capitano Charles Morgan. 
"Comandante, le suggerisco di evacuare la sua nave e salvare il suo equipaggio: la 
Valiant espoderà in pochi minuti" disse Durand de La Penne. 
Morgan gli chiese dove fosse la carica, ma Durand de La Penne non rispose e fu nuovamente portato nella sua cella sottobordo mentre i britannici evacuarono la nave. Una terrificante esplosione scosse la 
Valiant ma Durand de La Penne potè uscire e salvarsi dall'annegamento (i britannici furono leali e non lo chiusero a chiave). 
Al suo passaggio tutto l'equipaggio britannico si alzò in piedi e qualche minuto dopo si sentì una terza grande esplosione: era la 
Queen Elizabeth che saltava in aria anch'essa!
Tutti gli italiani, per una sciocca preparazione dei loro documenti falsi, vennero successivamente catturati. 
Un giorno del 1945 Bianchi e Durand de La Penne ricevettero la Medaglia d'Oro al Valor Militare che gli fu appuntata sul petto dall'Ammiraglio Charles Morgan nuovo capo della Mediterranean Fleet e vecchio comandante della 
Valiant .
Durand de La Penne morì nel 1992 e il suo nome è oggi portato dalla nuova classe di "supercaccia" della Marina Militare.

Si riparte...

Riaggiorno il mio blog dopo una lunghissima parentesi rendendo omaggio ad uno degli eroi della marina militare della II guerra mondiale.
Conosco bene questo episodio e ne sono orgoglioso visto che ho fatto il servizio militare in marina ma pochi altri conoscono questo gesto di eroismo.
Tuttavia questa storia mi ha sempre affascinato in quanto si tratta di un episodio unico nel suo genere: un atto di eroismo doppio sia nel gesto valorosissimo dell'ufficiale di incunearsi nelle linee nemiche con mezzi "di fortuna" sia nel gesto di salvare le vite umane seppur nemiche rivelando al comandante rivale che la nave era stata minata.
Pur essendo pluridecorato e pur essendo il suo nome portato da un'intera classe di navi della Marina Militare Italiana il suo gesto ed il suo nome sono praticamente sconosciuti.
L'ufficiale in questione si chiamava Luigi Durand De la Penne 

Thursday, April 06, 2006

In volo...

Rita, quante lacrime…
Ho pianto di rabbia
Ho pianto di disperazione
Ho pianto di rassegnazione
Quanta sofferenza nel tuo gesto
Quanta tragedia, perché?
Perché hai voluto finire così?
Hai voluto volar via
Come un angelo te ne sei andata
Ma non ti ho mai dimenticato
Non lo so perché
Le tue sofferenze e il tuo dolore
Ti hanno trattenuto e ti hanno sollevata
Ti ho sentito sfrecciare in alto, e librare finalmente in volo
Finalmente libera di volare e di sognare
Hai abbandonato per sempre i tuoi carnefici,
Ma sei rimasta traccia indelebile nei nostri cuori...

Rita Atria

Se qualcuno mi chiedesse quale sia l'ultima volta in cui ho pianto tornerei indietro con la memoria ad una data: 19 luglio 1992.
Ricordo di aver visto quelle terribili immagini in televisione e di aver pianto dopo aver sentito che l'attentato era stato contro Paolo Borsellino, un pianto di rabbia per il fatto di vivere in un paese che non era riuscito a difendere un suo servitore che tutti, lui per primo, sapevano essere nel mirino della mafia.

Questo blog vuole cominciare il suo omaggio agli eroi sconosciuti partendo proprio da una ragazza protagonista di quella vicenda anche se indirettamente:Rita Atria

Rita Atria (1974-1992): Rita appartiene ad una famiglia di mafiosi, conosce e in parte condivide le "regole", quando uccidono prima il padre e poi il fratello che tenta di vendicarne la morte. Rita vuole vendicarli e l'unico modo che ritiene possibile è quello di collaborare con la magistratura e così conosce Paolo Borsellino. Rita Atria lo individua come figura forte, che magnificamente si colloca a coprire il totale vuoto di affetti che è nella sua vita, e se ne innammora, come una dolce figlia con un padre generoso ed autorevole, come ricorda il magistrato Alessandra Camassa, che aveva seguito l'Atria sin dall'inizio del nuovo corso della sua vita. Quando apprende della morte di Borsellino, Rita drammaticamente scrive nel suo diario: "Ora che è morto Borsellino, nessuno può capire che vuoto ha lasciato nella mia vita... Prima di combattere la mafia devi farti un auto-esame di coscienza e poi, dopo aver sconfitto la mafia dentro di te, puoi combattere la mafia che è nel giro dei tuoi amici, la mafia siamo noi e il nostro modo sbagliato di comportarsi. Borsellino, sei morto per ciò in cui credevi, ma io senza di te sono morta". Una settimana dopo la morte del "suo" Paolo, avendo ormai perduto tutti i punti di riferimento, volendo raggiungere le persone che amava, si lanciò nel vuoto dal settimo piano della casa che il servizio di protezione le aveva concesso.

Tuesday, March 21, 2006

Presentazione blog

hero poetry... un nome forse altisonante ma con un obiettivo molto semplice.
Unire poesia ed eroismo partendo però non dagli eroi più famosi ma da quelli che pochi conoscono.
L'obiettivo è scrivere dei versi ispirandosi agli atti di coraggio di queste persone e immortalare così per sempre le loro gesta.

Vi invito perciò a partecipare mandando i vostri contributi (in forma di poesia o di semplici pensieri) come commenti che saranno poi pubblicati come post del blog.
Periodicamente saranno presentati nuovi personaggi a cui ispirare i nostri pensieri.

Grazie
Max